Operazione anti usura a Cosenza denominata “Fenerator”, che in latino vuol dire usuraio. L’inchiesta della procura ha portato all’arresto di 14 persone: 3 in carcere, 6 ai domiciliari e 5 obblighi di firma eseguiti dai carabinieri. La rete degli strozzini, attiva nei comuni di Cosenza, Trenta, Rovito, Mendicino, Rende, Rose, Luzzi e Massafra, in provincia di Taranto, era composta non solo da pregiudicati ma anche da persone insospettabili che arrivavano a pesanti minacce quando la quota della rata non veniva saldata.Altre quattro persone risultano indagate ma per loro non sono state emesse misure cautelari. IN CARCERE Giuseppe De Rose, 64 anni Salvatore Pati, 67 anni Lucia Leonardo, 64 anni AI DOMICILIARI Fernando Patitucci, 66 anni Bartolomeo Bevilacqua, 48 anni Pasquale Giudice, 52 anni Alessandro Morrone, 46 anni Francesco Di Sanzo, 38 anni Francesco Abbruzzese, 55 anni OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA Francesco Carbone, 44 anni Giovanni Bruni, 58 anni Massimo Bevilacqua, 41 anni Saverio Angelo Marsicano, 66 anni angelo Cozza, 59 anni. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia presentata da due commercianti, titolari di una storica gioielleria cosentina, vittime di usura. Sono emerse le responsabilità di 18 aguzzini che erano soliti applicare, a fronte delle cessioni di danaro, tassi usurari mensili oscillanti fra 10% ed il 100%, per un giro d’affari superiore ai 50.000 euro. Tra l’altro, le indagini hanno consentito di acclarare che alcune delle 17 vittime identificate, pressate da una gravissima condizione di precarietà finanziaria e da esigenze di sopravvivenza della propria attività economica, avevano contemporaneamente contratto debiti con più usurai per fare fronte alle sollecitazioni di pagamento dei debiti più impellenti.