I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Paola hanno arrestato il sindaco di Fuscaldo Gianfranco Ramundo, il vicesindaco Paolo Cavaliere ed altre 12 persone perché accusate di vari reati tra i quali corruzione, tentata concussione, peculato e turbative di gare pubbliche. L’inchiesta riguarda appalti ed affidamenti diretti gestiti, oltre che dal Comune di Fuscaldo, anche dal Comune di Cosenza di valore complessivo pari ad oltre euro 7 milioni e mezzo di euro. Elemento di collegamento fra i due Enti Locali cosentini la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato presso il Comune di Cosenza e Responsabile di Settore part-time al Comune di Fuscaldo. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo alimentato da abituali condotte illecite. I Finanzieri hanno ricostruito gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori ed i servizi da parte dei Comuni, in violazione alle norme contenute nel Codice degli Appalti ed altre che regolamentano l’esercizio della funzione pubblica. In diversi casi, le indagini hanno documentato che gli atti contrari ai doveri d’ufficio ovvero le omissioni di atti dovuti da parte di Pubblici Ufficiali venivano retribuiti, in termini di contropartita ed in virtù di accordi corruttivi o per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità – consistite in “incarichi professionali, assunzioni di lavoratori ed utilizzo gratuito di struttura alberghiera” – ovvero dazioni di utilità – rappresentate da “trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendenti” – ed altri “doni”. Sono stati ricostruiti i rapporti interpersonali fra i Pubblici Ufficiali, gli imprenditori e gli altri soggetti coinvolti, i quali hanno contrassegnato una “funzione pubblica spogliata della sua reale natura”, finalizzata cioè al “perseguimento dell’interesse pubblico e del bene comune”, ma piegata strumentalmente per il “mero raggiungimento di interessi privati”. In molte occasioni, la commistione fra gli “interessi pubblici” e gli “interessi privati” ha determinato la creazione di una vera e propria “confusione fra ruoli” tra il Pubblico Ufficiale, l’imprenditore e viceversa. Le principali gare pubbliche oggetto di indagine sono le seguenti: – “affidamento diretto della gestione del depuratore comunale di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo oltre € 1.000.000,00; – “aggiudicazione dei lavori di ripristino del Lungomare di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo dell’appalto € 236.000,00; – “gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti – differenziata ed assimilata – servizio di igiene urbana presso il Comune di Fuscaldo (CS)”: valore complessivo dell’appalto € 4.000.000,00; – “affidamento diretto del servizio di pulizia spiagge del Comune di Fuscaldo”: valore complessivo € 16.550,00; – “conferimento da parte del Comune di Fuscaldo (CS) di un incarico professionale”; – “assegnazione delle concessione demaniali, in relazione al piano spiaggia del Comune di Fuscaldo (CS)”; – “rifacimento di un manto stradale pubblico nella città di Fuscaldo (CS) a spese di un imprenditore (quindi non dovuto), già affidatario di commesse”; – “installazione di un dehors (insieme degli elementi mobili per la ristorazione, posti sul suolo pubblico o asservito all’uso pubblico)”; – “lavori di completamento della chiesa San Domenico di Cosenza”: valore complessivo € 1.920.000,00; – “lavori aggiuntivi per il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano di Cosenza”: valore complessivo € 90.000,00; – “acquisto da parte del Comune di Cosenza di un personal computer di ultima generazione, del quale se ne appropriava un Pubblico Ufficiale”: valore € 1.337,00. Disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro. A due società, inoltre, è stata applicata la misura cautelare interdittiva del “divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione”, per la durata di un anno. Complessivamente 20 le persone indagate.