Gli uomini della DIA di Catanzaro hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip nei confronti di 5 esponenti del cosiddetto clan degli zingari di Cosenza. Sono ritenuti responsabili del duplice omicidio di Aldo Chiodo e Francesco Tucci avvenuto a Cosenza nel novembre del 2000 e del ferimento di Mario Trinni. Chiodo, in particolare, era il “contabile” del gruppo criminale confederato Cicero-Lanzino. Per questo fatto di sangue era stato già condannato Francesco Bevilacqua, all’epoca dei fatti capo degli zingari di Cosenza, poi divenuto collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni ed ulteriori recenti riscontri della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, hanno consentito alla DDA di richiedere ed ottenere il loro arresto. Secondo quanto ricostruito, per portare a termine l’omicidio avvenuto a Cosenza in via Popilia, i sicari utilizzarono una pistola ed un fucile mitragliatore di tipo Kalashnikov. Sull’auto utilizzata per l’agguato, e rinvenuta poi sepolta nel cantiere della De.MAR Costruzioni di PERRI Sergio (rimasto poi ucciso in un agguato di stampo mafioso unitamente alla moglie il successivo 17.11.2000), oltre a Francesco Bevilacqua, vi erano Luigi Berlingieri 48 anni detto occhi di giaccio o il cinese, armato del Kalashnikov, Fiore Abbruzzese 52 anni detto Ninuzzo, con il compito di fare da autista, e Gianfranco Iannuzzi 60 anni detto “a‘ ntacca” successivamente vittima di lupara bianca. Destinatari del provvedimento restrittivo anche Antonio Abbruzzese, 48 anni, ritenuto mandante dell’omicidio insieme a Francesco Bevilacqua; Saverio Madio e Celestino Bevilacqua, che, si erano occupati, il primo del trasporto dei killer al luogo di partenza dell’azione, ed il secondo del loro recupero dal luogo nel quale venne interrata l’auto utilizzata per l’agguato.