“In Calabria non ci sarà alcuna riduzione delle ex guardie mediche senza che prima non verranno attivati i nuovi presidi e i nuovi strumenti di assistenza territoriale che andranno a sostituire gradualmente le strutture che attualmente si occupano di continuità assistenziale”.
Lo comunica il Dipartimento tutela della salute e servizi socio-sanitari della Regione Calabria a poche ore dall’allarme lanciato dal Partito democratico calabrese.
NOTA PD CALABRIA
“La tenuta del sistema calabrese dell’assistenza sanitaria territoriale non può prescindere da iniziative di salvaguardia delle postazioni della Continuità assistenziale, che rischiano di essere tagliate e accorpate in virtù di un’insana logica, in atto da quasi 15 anni, di smantellamento della sanità pubblica regionale, in base alla quale si possono caricare i cittadini di nuovi costi individuali e sociali, in realtà insopportabili. C’è il rischio che presto ci sia, nella regione, un’ulteriore perdita di sedi di guardia medica, indispensabili soprattutto nelle aree lontane dai presidi ospedalieri e con gravi difficoltà di collegamento ai centri più grandi. Di fronte alle pesanti carenze di tutele sanitarie nelle aree interne e periferiche il presidente della Regione ha il dovere, nella sua veste di commissario del governo, di redistribuire in maniera diversa le risorse disponibili, investendo con priorità nei servizi di base come l’ex guardia medica. Il rinnovo dell’accordo integrativo regionale non è di per sé sufficiente a ridare ossigeno all’assistenza territoriale. Servono grossi incentivi economici e tutele piene, sia per i medici di prima istanza che per quelli del 118. Bisogna discuterne senza più superficialità e rinvii. E soprattutto è necessario agire perché la verità è che ci sono diversi territori interni sprovvisti di assistenza sanitaria. Ci aspettiamo da Occhiuto fatti concreti sul punto, non spot e altre perdite di tempo“.
NOTA DELLA REGIONE CALABRIA
“L’Accordo Integrativo Regionale (AIR) – siglato da Dipartimento tutela della salute e servizi socio-sanitari, sindacati e struttura commissariale – recepisce quanto contenuto nell’Accordo Collettivo Nazionale (ACN).
Nello specifico, per quanto concerne la continuità assistenziale (ex guardia medica) l’ACN prevede 1 medico ogni 5.000 abitanti.
Poiché il servizio di continuità assistenziale può essere garantito – ai sensi della vigente normativa – dalla presenza in servizio di 4 medici, appare evidente che una postazione di continuità assistenziale corrisponderà a 20.000 abitanti: pertanto in Calabria se ne dovranno prevedere circa 100.
Questa tipologia di organizzazione della continuità assistenziale è attiva già in tutta Italia.
In Calabria, a causa delle storiche carenze della rete territoriale che non è riuscita ad assicurare servizi sanitari in modo capillare ed adeguato su tutto il territorio regionale, non si può ancora procedere in modo spedito ad una revisione della continuità assistenziale.
Per tali motivi nella nostra Regione questo processo riorganizzativo fa parte di una più ampia programmazione dell’intera rete territoriale che prevede, tra l’altro, l’attivazione di Aggregazioni Funzionali Territoriali di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera scelta su tutto il territorio regionale, l’attivazione delle Centrali Operative Territoriali (due sono già state attivate), la realizzazione delle Case di Comunità, l’ultimazione della rete emergenza 118 ed infine l’attivazione del numero unico di continuità assistenziale 116117.
L’AIR prevede inoltre una particolare forma di tutela per i Comuni disagiati”.