Un boss detenuto in carcere riusciva comunque a comunicare con l’esterno grazie all’utilizzo di telefoni cellulari abilmente modificati e introdotti all’interno degli istituti di pena con la collaborazione del figlio.
È uno dei dettagli emersi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la Questura di Reggio Calabria sull’operazione “Atto quarto” condotta questa mattina a Reggio Calabria ed in altre città italiane dalla Squadra Mobile, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, che ha portato all’arresto di 28 soggetti – 23 in carcere e 5 ai domiciliari – accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati.
Sequestrate anche 11 società riconducibili ad imprenditori indagati per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’inchiesta basata su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, e sulle dichiarazioni di un imprenditore vittima di estorsione, fa seguito alle operazioni Theorema – Roccaforte, Libro Nero e Malefix, che nel tempo hanno svelato assetti e dinamiche criminali delle cosche Libri, De Stefano e Tegano.
Le indagini hanno permesso di accertare la perdurante operatività della cosca Libri non solo nella storica roccaforte nel quartiere di Cannavò e zone limitrofe, ma anche nei quartieri di Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio, nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana e nel centro di Reggio Calabria, porzione di territorio quest’ultima all’interno della quale sarebbero in vigore accordi spartitori con i De Stefano e i Tegano.
È emersa, inoltre, l’operatività, in seno alla cosca Libri, di un’ulteriore di San Cristoforo, territorio limitrofo a quello di Spirito Santo.
Dalle investigazioni sono emersi anche solidi rapporti con le articolazioni di ‘ndrangheta sia del mandamento tirrenico sia del mandamento Ionico a riprova del carisma e delle significative relazioni criminali della cosca Libri
La Procura contesta, inoltre, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa ad alcuni imprenditori che avrebbero stretto un vero e proprio rapporto sinallagmatico con la cosca, versando somme di denaro o assumendo personale segnalato in cambio di protezione e aiuto ad acquisire commesse ed espandere le proprie attività.
L’operazione ha fatto anche parzialmente luce sul tentato omicidio compiuto il 17 maggio 2017 a Reggio Calabria ai danni di Antonio Baggetta, permettendo di individuati due soggetti che avrebbero avuto il compito di procurare ed occultare le armi ed il motociclo, poi rinvenuti e sequestrati dagli investigatori della Polizia, utilizzati per portare a compimento il delitto.